Dal giornale “Il Grigione Italiano” del 10 agosto 2018
Registi coraggiosi
in Mesolcina
Da sinistra: Remy Storni e Riccardo Lurati
Presentati il 2 agosto 2018 a Poschiavo nel fienile di Devon House i cortometraggi di due registi mesolcinesi, Riccardo Lurati e Remy Storni. Un cinema “coraggioso” - come lo ha definito il collaboratore regionale Pgi Giovanni Ruatti - in quanto propongono pellicole impegnate che non si adagiano su motivi commerciali.
Sei sono stati i filmati proposti durante l’evento intitolato Fotogrammi moesani e organizzato da I Film di Devon House e Pro Grigioni Italiano. La serata si è sviluppata alternando le proiezioni a momenti di colloquio, adatti per capire il film appena visto, i suoi retroscena e lo stile degli autori.
Lurati (Roveredo) e Storni (San Vittore) hanno in comune la provenienza, il rapporto con il Ticino (entrambi vi lavorano), la tendenza alla realizzazione di prodotti filmici non banali, che scuotono lo spettatore per impatto emotivo e tematiche. A ben vedere ci sono anche molte divergenze fra di loro, a cominciare dal numero di anni che si sono dedicati al cinema. Diplomatosi negli anni Novanta, nei primi tempi della fondazione del CISA (Centro di Scienze Audiovisive di Lugano) in Fotografia e direzione della Regia, Lurati si è cimentato con la cinepresa registrando le scene su pellicola, mentre Storni ha conseguito il diploma più tardi, nel nuovo millennio, come regista Cine-TV quando le tecnologie digitali avevano ormai preso il sopravvento. Se il primo ha all’attivo una ventina di produzioni filmiche nell’arco di oltre due decenni con la propria casa di produzione Ranesupreme (ispirato al titolo di un disco della cantante Mina), il secondo conta una filmografia ridotta a pochissimi film “artistici”, ma un lavoro come operatore e regista video maker per la RadioTelevisione della Svizzera italiana da oltre un decennio.
Di Storni, all’incontro è stato proposto Percezioni nell’ambito prettamente cinematografico. Film del 2013, questo è uno psycothriller girato nei boschi di San Vittore, incentrato su una seduta di ipnosi e ispirato nella messa in scena della struttura mentale del protagonista a Inception del famoso regista Cristopher Nolan. Mentre per la sfera professionale si è mostrato un servizio d’inchiesta di “Patti Chiari” che ha dato la possibilità ai presenti di comprendere il lavoro giornalistico e le caratteristiche del prodotto finito di questo genere. Per concludere Storni ha parlato del suo nuovo progetto cinematografico, le cui riprese sono previste per settembre, e che tratta di un “drone cattivo” che perseguita un ciclista.
Invece Lurati ha una professione diversa da quella del videomaker, ma la sua attività di regista va oltre la mera passione. Nei film visti si è capito che il mesolcinese è abile dietro la tele/videocamera. La sua esperienza e bravura, confermata da un curriculum artistico che vanta festival internazionali e premi a livello svizzero, si è resa necessaria per un progetto scolastico nel Moesano dove sono state coinvolte classi della secondaria e delle professionali alla realizzazione di un film. Gli studenti hanno collaborato con lui in diversi ambiti (costumi, fotografia, attori in scena) alla creazione di questo lavoro riuscitissimo, dal titolo Il futuro mancato. Si tratta della storia di una ragazzina annoiata, che si sente marginalizzata dai suoi coetanei e vive in perenne attesa di un domani migliore, con un finale tragico che vede la protagonista subire un incidente mortale e farsi raccontare la sua vita mancata da Dio, nell’Aldilà. “Vivi oggi domani sarà tardi”, scrisse Seneca, ma la sorpresa maggiore è sapere che la storia presentata sotto forma di film con questo profondo messaggio l’ha scritta una bambina di undici anni, Anastasia Zenker. Presente nella mason di Devon House, la piccola ha ricevuto uno scrosciante applauso dal pubblico.
Di Lurati sono stati poi proiettati I due mondi (2002/2003) film senza suono surrealista, di un rapporto conflittuale, d’amore e odio, tra madre e figlio, e al termine della serata il cortometraggio in bianco e nero, Stellediamanti (anno di uscita 1998). Questa storia ambientata negli anni Cinquanta del secolo scorso presenta un finale conciliante, con protagonista un bambino che risolve la situazione poco romantica di una coppia di fidanzati che non riesce a vivere con serenità e passione la propria intimità all’interno di un fienile, attraverso un soffitto illuminato da luci tanto da sembrare un cielo notturno stellato. Un finale positivo che lascia andare il pubblico al rinfresco con un sorriso.
Alla domanda se si possono realizzare film di qualità alle nostre latitudini, ossia nel Grigionitaliano, la risposta è affermativa.
Serena Visentin